Lupus Anticoagulant
Noto anche come: LA, LAC, Pannello LAC, Inibitore del lupus, aPTT LA-sensibile, Test con veleno di vipera di Russel diluito (DRVVT), Test con veleno di vipera di Russel diluito modificato (MRVVT)
Nome ufficiale: Lupus Anticoagulant
Ultima Revisione: 13.12.2018
Ultima Modifica: 27.10.2022
Revisore:
Dr. Benedetto Morelli - Consulente Emostasi presso Laboratorio SYNLAB - Castenedolo (BS); Coordinatore Gruppo di Studio Emostasi SIBioC
In Sintesi
Perché?
Come supporto alla diagnosi delle cause di un episodio trombotico; in seguito al riscontro di un aPTT allungato; per determinare le cause di aborti spontanei ricorrenti; nel contesto di approfondimenti effettuati in presenza di una sindrome da anticorpi antifosfolipidi. Questo test non viene utilizzato nella diagnosi del disordine autoimmune “lupus eritematoso sistemico” (LES), noto comunemente come lupus.
Il campione
Un campione di sangue venoso prelevato dal braccio.
La preparazione
No, nessuna.
L'Esame
Il test del Lupus Anticoagulant (LA) serve per la ricerca di autoanticorpi, prodotti erroneamente dal sistema immunitario, in grado di riconoscere ed attaccare le cellule del proprio organismo. Questi autoanticorpi sono diretti contro dei fosfolipidi o proteine associate con fosfolipidi, esposte sulla superficie delle cellule (membrana cellulare). Il meccanismo con il quale questi anticorpi interferiscono con i processi coagulativi e il motivo per cui la loro presenza aumenti il rischio di sviluppare episodi trombotici, non è ancora del tutto chiarito. I test per il LA comprendono un pannello di test effettuati per ricercare questi autoanticorpi nel circolo sanguigno del paziente.
Il nome lupus anticoagulant può sembrare strano e confondente per due ragioni:
- Il nome di questi autoanticorpi deriva dal fatto che questi sono stati identificati per la prima volta in pazienti affetti da LES (lupus eritematoso sistemico) ma in realtà questo test non viene utilizzato nella diagnosi di LES e spesso gli anticorpi LA non sono presenti in questi pazienti. Gli autoanticorpi LA possono svilupparsi in pazienti non affetti da patologie autoimmuni ma da altri tipi di patologie o che vengono sottoposti ad alcune terapie. Questi anticorpi sono presenti normalmente nel 2-4% della popolazione e possono svilupparsi anche in persone prive di fattori di rischio.
- Il termine “anticoagulant” deriva dal fatto che questi anticorpi interferiscono con i test di laboratorio utilizzati nella valutazione dei processi coagulativi. Ad esempio, inibiscono le reazioni chimiche che portano alla coagulazione nel test del tempo di tromboplastina parziale (PTT), un test utilizzato routinariamente nella valutazione della coagulazione. In vivo, la presenza di LA è associata ad un aumentato rischio di sviluppare coagulazione inappropriata. È importante però sottolineare che di per sé, il LA non causa eventi emorragici nell’organismo.
Gli anticorpi LA non possono essere misurati in maniera diretta ma esistono molteplici test utilizzabili per la loro rilevazione. Di solito la presenza di LA viene accertata tramite l’utilizzo di un pannello di test:
- In presenza di LA il tempo necessario alla coagulazione in test dipendenti da reagenti contenenti fosfolipidi, risulta allungato. Per questo motivo i primi test per il LA sono di norma il PTT, il PTT LA- sensibile o il test con veleno di vipera di Russel diluito (dRVVT).
- La presenza o l’assenza di LA viene quindi confermata tramite esami successivi ai risultati dei test di primo livello (per maggiori dettagli si rimanda alla sezione “Approfondimenti”).
La presenza di LA può aumentare il rischio di sviluppare una coagulazione inappropriata nelle vene e nelle arterie dell’organismo, spesso nelle vene degli arti inferiori (trombosi venosa profonda). Questi coaguli possono determinare l’interruzione del flusso sanguigno in qualsiasi parte dell’organismo e quindi portare a ictus, arresto cardiaco o embolia polmonare. La presenza di LA è spesso associata anche ad aborti spontanei ricorrenti. Questi potrebbero essere dovuti al blocco dei vasi della placenta a seguito della formazione di coaguli o all’attacco dei tessuti placentari da parte degli autoanticorpi con conseguente danno allo sviluppo fetale.
Gli anticorpi LA sono uno dei tre principali anticorpi antifosfolipidi associati con un aumentato rischio di trombosi e di sindrome da anticorpi anti-fosfolipidi (APS), un raro disordine autoimmune caratterizzato dall’eccessiva formazione di coaguli, insufficienza d'organo e complicanze in gravidanza. Gli altri due sono gli anticorpi anticardiolipina (aCL) e gli antiβ2-glicoproteina I (β2GPI). Questi anticorpi aumentano il rischio di coagulazione inappropriata. I pazienti con APS positivi per questi tre autoanticorpi sono a maggior rischio di coagulazione inappropriata mentre la trombosi sembra essere maggiormente comune in presenza di LA.
La presenza di anticorpi antifosfolipidi non è associata ad alcun sintomo e sono presenti in circa il 5% della popolazione sana.
Come e Perchè
Il test del lupus anticoagulant (LA) viene utilizzato per la ricerca di autoanticorpi LA nel sangue, i quali sono associati ad ipercoagulazione. Il test LA può essere utilizzato come supporto alla definizione delle cause di:
- Formazione inspiegabile di coaguli (trombosi) nelle vene e nelle arterie
- Aborti spontanei ricorrenti
- Test aPTT prolungato inspiegabile (il PTT misura il tempo in secondi necessario al sangue del paziente per formare un coagulo, in vitro, dopo l’aggiunta di opportuni reagenti). Il test LA aiuta a determinare se l’allungamento del PTT è dovuto alla presenza di inibitori specifici della coagulazione, come gli autoanticorpi diretti contro i fattori della coagulazione, o non specifici come quelli LA.
Il test LA viene inoltre utilizzato:
- Insieme alla ricerca degli anticorpi anti-cardiolipina (aCL) e antiβ2-glicoproteina I (β2GPI), per la diagnosi della sindrome da anticorpi antifosfolipidi (APS).
- Insieme ai test per il fattore V Leiden o della proteina C e S, come supporto alla diagnosi di patologie dovute ad ipercoagulazione (trombofilia).
- Per determinare se il LA è temporaneo o persistente.
I LA non possono essere misurati in maniera diretta e non esistono procedure standardizzate o un singolo test che ne rilevi la presenza. Pertanto, per la conferma o l’esclusione della presenza di autoanticorpi è necessario utilizzare un pannello di test:
- Viene raccomandato l’impiego di due test per la ricerca di LA. I più sensibili sono i test fosfolipidi- dipendenti come il test con veleno di vipera di Russel diluito (dRVVT) e il test PTT LA-sensibile, seguiti da test di conferma come:
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Test di miscela: il test PTT o dRVVT vengono effettuati sul plasma del paziente miscelato con un volume uguale di un pool di plasmi “normali”
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Correzione/neutralizzazione: al campione del paziente vengono aggiunti fosfolipidi in eccesso e quindi viene effettuato il test PTT LA-sensibile o dRVVT. In questo caso, il test PTT LA- sensibile viene chiamato test di neutralizzazione con fosfolipidi a fase esagonale.
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Domande Frequenti
Si. Oltre alla contaminazione da eparina, esistono altre variabili preanalitiche cruciali per la corretta esecuzione del test LA. Il campione di sangue deve essere raccolto in specifiche provette contenenti citrato come anticoagulante e centrifugate per separare il plasma necessario al test. Nel tubo di raccolta deve essere presente una quantità adeguata di sangue e non deve essere coagulato. Nel caso in cui il sangue venga centrifugato in maniera corretta, la maggior parte delle piastrine vengono rimosse. La presenza di troppe piastrine nel campione potrebbe compromettere il risultato del test poiché le piastrine sono fonte di fosfolipidi. Inoltre, il test può essere influenzato da valori di ematocrito molto alti.
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Fonti
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