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Come tutti sanno, la cannabis “per uso ricreativo” è illegale ma, dal 2013, i Medici possono prescriverla per uso terapeutico tramite prescrizione non ripetibile. Poiché la cannabis è una sostanza d’abuso, prima della sua prescrizione, i curanti devono valutare attentamente le possibili interazioni con altri medicinali, ma soprattutto le caratteristiche del paziente e l’eventuale rischio di dipendenza complessa da cannabis che può instaurarsi in seguito al trattamento.
E’ inoltre importante sapere che, come raccomandato dal Ministero della Salute, l’uso di cannabis può ridurre il tempo di reazione ed abbassare la capacità di concentrazione. Pertanto i soggetti sottoposti a questo tipo di terapia dovrebbero essere esentati dalla guida di veicoli o dallo svolgimento di lavori che richiedono allerta mentale e coordinazione fisica per almeno 24 ore dopo l’ultima somministrazione.
E’ quindi importante che il paziente sia informato dei benefici e dei potenziali rischi dell’uso della cannabis e fornire il proprio consenso scritto.
Nella cannabis terapeutica troviamo fondamentalmente due principi attivi dei cannabinoidi: il THC (tetraidrocannabinolo ) ed il CBD (cannabidiolo). Il THC è responsabile degli effetti psicoattivi della cannabis ed ha effetti antidolorifici, antinausea, antiemetici, anticinetosici, stimolanti l'appetito e ipotensivi sulla pressione endooculare.
Il CBD ha invece un effetto antinfiammatorio, analgesico, antinausea, antiemetico, antipsicotico, anti ischemico, ansiolitico e antiepilettico.
Il medico prescrive la modalità di assunzione e la posologia della cannabis terapeutica in funzione del contenuto percentuale di THC e CBD necessari: la prescrizione può cambiare nel tempo anche in base agli effetti farmacologici rilevati in seguito ad osservazione clinica.
Gli impieghi di cannabis ad uso medico riguardano:
Per ogni paziente in trattamento è possibile utilizzare cannabis con diverse modalità di assunzione: per via orale, come decotto, per via inalatoria mediante vaporizzatore ed in soluzione oleosa (con titolazione del contenuto).
Tutta la cannabis legale circolante sul suolo Italiano proviene dall’Olanda, da serre farmaceutiche e, dal 14 dicembre 2016, dalla coltivazione italiana da parte dell’Istituto Farmaceutico Militare di Firenze. Poiché la cannabis terapeutica è un fitoterapico a tutti gli effetti, è sottoposta ad un severo regime di produzione e controllo qualità, viene coltivata in serre chiuse, controllate e computerizzate, per evitare lo sviluppo di infezioni; per il controllo degli infestanti si usano insetti predatori.
Le varietà utilizzate in Italia con le percentuali di principio attivo sono:
|
THC |
CBD |
VARIETÀ |
---|---|---|---|
Bedrocan |
22% |
< 1% |
SATIVA |
Bediol |
6% |
8% |
SATIVA |
Bedica |
14% |
< 1% |
INDICA |
Bedrobinol |
12% |
< 1% |
SATIVA |
Bedrolite |
< 0,4% |
9% |
SATIVA |
FM2 |
5-8% |
7,5-12% |
SATIVA |
Ad oggi sono 11 le Regioni in cui la cannabis, per le patologie indicate in specifiche leggi regionali, è a carico del Sistema Sanitario Nazionale (Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Umbria, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Sicilia e Lombardia) mentre nelle altre Regioni è sempre a carico del paziente.
Tratto dal D.M. 9/11/2015, allegato tecnico, e dal “documento di raccomandazioni ai Medici prescrittori di Cannabis” del 22/2/2017
Silvia Mengozzi, AUSL Romagna