Crioglobuline
In presenza di sintomi quali: eruzioni cutanee, ecchimosi, dolore, debolezza, dolore alle articolazioni, pallore e/o freddo alle estremità alle basse temperature.
Un campione di sangue venoso prelevato dal braccio. Le provette devono essere mantenute prima e dopo il prelievo a 37°C.
No, non è necessaria alcuna preparazione. Tuttavia potrebbe essere richiesto di effettuare il prelievo a digiuno in modo da limitare la torbidità del campione dovuta ai trigliceridi.
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Quali informazioni è possibile ottenere?
Il test delle crioglobuline viene usato per rilevare la presenza e la quantità relativa di crioglobuline nel sangue. Può essere richiesto insieme ad altri test per la diagnosi o l'esclusione di una crioglobulinemia. I test prescritti dipendono dal sospetto clinico
Il prelievo deve essere effettuato utilizzando delle provette mantenute a 37°C prima e dopo il prelievo. Quindi il siero viene diviso in due aliquote mantenute in parallelo rispettivamente a 4°C (per la ricerca dei crioprecipitati) e a 37°C (per la verifica della reversibilità del crioprecipitato). L'analisi viene eseguita dopo 7 giorni. Il test è positivo in presenza di crioprecipitati nel campione di siero mantenuto a 4°C e in assenza in quello mantenuto a 37°C. In alternativa al mantenimento delle due aliquote in parallelo, è possibile verificare la reversibilità del crioprecipitato a 4°C, mantenendo il campione a 37°C per un'ora.
Se il test delle crioglobuline è positivo, viene effettuata la misura del crioprecipitato (criocrito) e la sua caratterizzazione tramite immunofissazione su gel di agarosio, previo lavaggio del crioprecipitato, per determinare quali tipi di proteine siano responsabili della formazione dei precipitati e definire quindi il tipo di crioglobulinemia.
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Quando viene prescritto?
Il test delle crioglobuline viene prescritto in presenza di sintomi che possono essere associati a crioglobulinemia, quali:
- Ecchimosi
- Eruzioni cutanee e porpora (nuvole di puntini rossi sulla pelle)
- Dolori alle articolazioni e ai muscoli
- Debolezza, astenia
- Fenomeno di Raynaud, caratterizzato da dolore, pallore, colorazione blu, intorpidimento, formicolio e freddo a dita delle mani e dei piedi all’esposizione a basse temperature
- Ulcere della pelle
- Morte delle cellule del derma, cancrena
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Cosa significa il risultato del test?
Il test delle crioglobuline è negativo (ovvero non sono presenti crioglobuline nel sangue del paziente) nella maggior parte delle persone sane, e non viene prescritto se non in presenza dei sintomi associati.
Quando il test è positivo significa che le crioglobuline sono presenti e possono precipitare in seguito all’esposizione a basse temperature. I sintomi sono variabili da persona a persona, sono differenti a seconda dell’esposizione e non sono necessariamente correlati alla quantità di crioglobuline presenti.
Il test può essere positivo in numerose patologie. Alcune di esse sono:
- Infezioni come malattia di Lyme, infezione da mononucleosi, Epatite C e HIV/AIDS
- Patologie renali
- Malattie autoimmuni come il lupus eritematoso sistemico, l’artrite reumatoide e la sindrome di Sjogren
- Patologie caratterizzate da un incremento di globuli bianchi come il mieloma multiplo, il linfoma e la leucemia linfatica
- Malattie associate ad infiammazione dei vasi sanguigni (vasculiti)
Il test delle crioglobuline non è indicativo del tipo di crioglobulina coinvolta e non è diagnostico per nessuna delle predette patologie.
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C’è altro da sapere?
Molte persone con crioglobulinemia, sono cronicamente infettate dal virus dell’epatite C (HCV), sebbene non tutti gli affetti da Epatite C sviluppino crioglobulinemia (meno del 3%).
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Si possono prevenire i sintomi correlati alla presenza di crioglobuline?
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E’ possibile fare qualcosa per liberarsi delle crioglobuline?
In generale no. Se sono dovute a una patologia temporanea, come un’infezione batterica, allora possono sparire alla risoluzione della patologia. Se sono dovute a patologie croniche, come le malattie autoimmuni, allora le crioglobuline rimarranno. In alcuni casi è utile sottoporsi ad aferesi che consente la rimozione temporanea delle crioglobuline dal circolo.
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Quali sono gli altri test che possono essere effettuati per determinare la causa della crioglobulinemia?
Insieme all’elettroforesi delle proteine e, in funzione del sospetto clinico, possono essere prescritti altri test quali il test dell’epatite C, gli ANA, il mono test, e il fattore reumatoide, per nominarne alcuni.
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Come viene trattata la crioglobulinemia?
Deve esserne prima determinata la causa. Gli antinfiammatori non steroidei (FANS), i corticosteroidi e altri farmaci immunosoppressivi possono essere utilizzati per attenuare i sintomi. Se i sintomi sono particolarmente gravi, può essere utilizzata la plasmaferesi per ridurre la concentrazione di crioglobuline, scambiando il plasma del paziente con il plasma di un donatore. Non esiste un trattamento specifico per la cura della crioglobulinemia.