Anticorpi anti-fattore intrinseco (IFA)
Il test viene richiesto all’interno del pannello di esami richiesti nel caso in cui si sospetti una carenza di vitamina B12 con conseguente anemia e/o neuropatia e con globuli rossi più grandi del normale (macrocitici).
Un campione di sangue venoso prelevato dal braccio.
Il prelievo di sangue necessario ad effettuare il test deve essere effettuato non prima di 48 ore dall’ultima assunzione di vitamina B12. Alcuni clinici richiedono una latenza di 2 settimane.
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Come viene raccolto il campione per il test?
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Esiste una preparazione al test che possa assicurare la buona qualità del campione?
Il prelievo di sangue necessario ad effettuare il test deve essere effettuato non prima di 48 ore dall’ultima assunzione di vitamina B12. Alcuni clinici richiedono una latenza di 2 settimane. Questo per diminuire il rischio di risultati falsamente positivi.
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Quali informazioni è possibile ottenere?
Il test per gli anticorpi anti-fattore intrinseco (AFI) vengono utilizzati come supporto alla valutazione delle cause di una carenza di vitamina B12 e per confermare la diagnosi di anemia perniciosa.
L’anemia perniciosa è causata da una carenza di vitamina B12 dovuta alla perdita del fattore intrinseco. Questa patologia si sviluppa in primo luogo quando il sistema immunitario dell’organismo produce anticorpi diretti contro le cellule parietali e/o il fattore intrinseco. Questi anticorpi possono danneggiare le cellule parietali e distruggere il fattore intrinseco o impedirne le normali funzioni fisiologiche. Il fattore intrinseco di norma lega la vitamina B12 con la quale forma un complesso permettendone l’assorbimento nell’intestino tenue. (Per maggiori dettagli si rimanda alla sezione “Il campione da analizzare”)
Il test AFI di solito viene prescritto dopo che altri test, come il test della vitamina B12, il test dell’acido metimalonico e l’emocromo, hanno stabilito la carenza di vitamina B12 associata con anemia e neuropatia.
Per una diagnosi definitiva può essere richiesto in associazione al test di ricerca degli anticorpi anti-cellule parietali.Possono essere ricercati due tipi di test:
- Tipo 1 – anticorpi bloccanti il fattore intrinseco, che sono molto più comuni in caso di anemia perniciosa e per questo vengono testati più frequentemente
- Tipo 2 – anticorpi che legano il fattore intrinseco, che interferiscono con il legame del fattore intrinseco e della vitamina B12 e quindi con la formazione del complesso
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Quando viene prescritto?
Il test di ricerca degli AFI non viene chiesto frequentemente. Può essere richiesto qualora il paziente presenti un deficit di vitamina B12 e nel caso di sospetto di anemia perniciosa o nel caso siano presenti segni e sintomi quali:
- Pallore
- Stanchezza, senso di affaticamento
- Intorpidimento e formicolio a piedi e mani
- Globuli rossi più grandi del normale; talvolta, per esempio in seguito ad un emocromo, possono essere riscontrati globuli rossi più grandi del normale (macrocitici) senza che vi siano segni e sintomi indicativi di anemia perniciosa.
Di solito in questi casi viene subito richiesto il test della vitamina B12 e dei folati e, talvolta, dell’acido metilmalonico (un indicatore precoce di carenza di vitamina B12).
Nel caso in cui il paziente presenti una diminuzione dei livelli di vitamina B12 ed un aumento di quelli dell’acido metilmalonico e dell’omocisteina, allora viene richiesto anche il test d ricerca degli AFI. -
Cosa significa il risultato del test?
Per la formulazione di una diagnosi il risultato del test AFI deve essere valutato all’interno di un contesto clinico più ampio. Nel caso in cui un paziente presenti livelli diminuiti di vitamina B12 e/o aumentati di acido metilmalonico e omocisteina e sia positivo per il test AFI, allora è molto probabile che sia affetto da anemia perniciosa.
Un risultato negativo non esclude necessariamente l’anemia perniciosa. Circa la metà delle persone affette infatti non presentano AFI. In questi casi il clinico può richiedere la ricerca di anticorpi anti-cellule parietali come supporto alla diagnosi, anche se questi ultimi non sono così specifici come gli AFI. Sono presenti nel 90% dei pazienti affetti da anemia perniciosa, ma possono essere presenti anche in altre patologie e comunque lo sono nel 10% della popolazione normale. -
C’è altro da sapere?
Le iniezioni di vitamina B12 effettuate entro 48 ore dall’esecuzione del test e, talvolta, anche entro le due settimane, possono interferire con i risultati del test.
Alcune persone affette da patologie autoimmuni come il diabete di tipo 1, la tiroidite di Hashimoto, la malattia di Addison e la malattia di Graves, possono presentare AFI senza avere l’anemia perniciosa. In questi casi quindi questo test non può essere utilizzato.
L’anemia associata alla carenza di vitamina B12 può svilupparsi molto lentamente viste le ampie riserve di vitamina B12 che, normalmente, sono presenti all’interno dell’organismo. I sintomi tendono a comparire solo nel momento in cui vengono a mancare le riserve di vitamina B12.
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Dovrebbero effettuare tutti un test di ricerca di anticorpi anti-fattore intrinseco (IFA)?
No, non è un test di screening. Viene infatti utilizzato solo come supporto alla diagnosi di una carenza di vitamina B12.
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Il test può essere effettuato ambulatorialmente?
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Gli IFA possono essere eliminati?
No, sono prodotti dal sistema immunitario e non si modificano con le variazioni di stili di vita. Tuttavia la carenza di vitamina B12 associata può essere trattata tramite l’assunzione di integratori.