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Estratti Biochimica Clinica (Rivista Ufficiale di SIBioC - Medicina di Laboratorio)
PSA
Noto anche come: PSA totale; PSA libero
Nome ufficiale: Antigene prostatico specifico
Ultima Revisione: 03.04.2020
Ultima Modifica: 22.01.2021
In Sintesi
Quando?
A uomini in buone condizioni di salute e almeno 10-15 anni di attesa di vita, dopo adeguata informazione da parte del medico curante sui pro e sui contro di una diagnosi precoce del tumore della prostata; quando il paziente manifesta sintomi delle basse vie urinarie riconducibili a malattie della prostata, come minzione frequente, dolorosa o difficoltosa; a intervalli regolari per “monitorare” l’efficacia del trattamento per il tumore prostatico.
Il campione
Un campione di sangue venoso.
La preparazione
È necessario evitare l’eiaculazione, l'attività fisica intensa e in particolare l’uso della bicicletta nei due giorni precedenti il test, in quanto queste attività possono causare un aumento del PSA. Alcuni farmaci e integratori possono alterare i livelli di PSA; pertanto, è opportuno informare il medico curante dei trattamenti farmacologici in corso. Il prelievo per il PSA dovrebbe essere effettuato prima di un'eventuale esplorazione rettale e prima della biopsia prostatica o almeno dopo 6 settimane dalla esecuzione della stessa.
L'Esame
Questo esame misura la quantità di antigene prostatico specifico (PSA) nel sangue. Il PSA è una proteina prodotta dalle cellule della prostata, una piccola ghiandola che circonda l’uretra negli uomini e produce il liquido prostatico che contribuisce alla formazione del liquido seminale. La maggior parte del PSA prodotto dalla prostata è rilasciato nel liquido seminale, ma piccole quantità vengono liberate anche nel circolo ematico. Il PSA è presente nel sangue in due forme: complessato (cPSA, legato ad altre proteine) e libero (fPSA, non legato ad altre proteine). Il test del PSA usato più frequentemente è il PSA totale, che misura la somma delle concentrazioni della maggior parte delle forme di PSA complessato e di quello libero.
Il PSA può essere utilizzato per lo screening, la diagnosi e il monitoraggio del cancro alla prostata. Si parla di screening quando il test viene fatto su uomini asintomatici, mentre la diagnosi si riferisce a uomini con sintomi associabili a patologie della prostata. L’obiettivo dello screening è individuare il cancro quando è ancora iniziale e confinato alla prostata. La maggior parte degli esperti concorda sul fatto che lo screening dovrebbe essere effettuato su uomini asintomatici con una attesa di vita di almeno 10 anni in buone condizioni generali e solo dopo un’approfondita discussione con il medico curante su benefici e rischi di una diagnosi precoce. L’esecuzione del PSA a scopo di screening deve quindi essere una decisione condivisa fra medico e paziente. Livelli ematici elevati di PSA sono associati al cancro alla prostata, ma possono anche essere osservati nella malattia infiammatoria della prostata (prostatite) e nell’iperplasia prostatica benigna (IPB). I livelli di PSA tendono ad aumentare con l'avanzare dell'età in tutti gli uomini. I soggetti di origini africane possono avere livelli più alti anche in età più precoce.
Il PSA non consente di diagnosticare il cancro della prostata. Infatti, l’esame per porre la diagnosi è la biopsia, che consiste il prelievo, mediante un ago, di una piccola quantità di tessuto prostatico su cui viene eseguito l’esame istologico. La biopsia comporta il rischio di complicazioni come dolore, febbre, sangue nelle urine o infezione del tratto urinario (Leggere l'articolo su Anatomia Patologica per ulteriori informazioni sulle biopsie). Sia il PSA totale che l'esplorazione rettale sono utilizzati per valutare la necessità di una biopsia prostatica. Un PSA elevato può essere seguito da una biopsia. Bisogna però ricordare che livelli di PSA normali non escludono la presenza di un tumore della prostata.
Quando la presenza di un cancro alla prostata è confermata dalla biopsia, deve essere presa una decisione circa la terapia. Il tumore della prostata è relativamente comune negli uomini con l’avanzare dell’età, e molti dei tumori della prostata, se non la maggior parte, sono a lenta crescita; questi tumori raramente provocano la morte del paziente a potrebbero anche non causare mai sintomi. Il PSA e l'esplorazione rettale non permettono, in generale, di prevedere la velocità di crescita e il decorso della malattia. L’anatomo-patologo, esaminando il tessuto del tumore, può essere in grado di distinguere tra i tumori a crescita lenta e quelli che possono crescere in modo aggressivo e diffondersi ad altre parti del corpo (metastatizzare). Le opzioni terapeutiche principali sono la chirurgia, con asportazione radicale della prostata, la radioterapia curativa e la sorveglianza attiva. Quest’ultima opzione consiste nel monitoraggio periodico del paziente con visita, PSA e biopsia ed è riservata ai tumori di estensione limitata e con caratteristiche tali da far prevedere una crescita lenta.
La frequenza del tumore della prostata nell’uomo dopo i 60 anni e la prevalenza delle forme a lenta crescita, in caso di screening in uomini asintomatici, comportano il rischio di sovradiagnosi e sovratrattamento. Per sovradiagnosi si intende la diagnosi di una malattia che non avrebbe mai causato sintomi o morte nel corso della vita attesa di una data persona. La sovradiagnosi è un effetto collaterale dello screening di forme iniziali del tumore della prostata e induce terapie non necessarie (sovratrattamento). Quindi, sebbene la diagnosi precoce del tumore della prostata in alcuni casi salvi la vita, più frequentemente può portare a trattamenti non necessari con effetti collaterali negativi, come l'incontinenza e la disfunzione erettile, maggiori dei possibili vantaggi. Altri test, come ad esempio il PSA libero, sono a volte usati per valutare la necessità di una biopsia nei casi in cui il PSA totale sia debolmente positivo. Tuttavia, non ci sono ancora nelle linee guida raccomandazioni che chiariscano l’utilità di questi test aggiuntivi.
Come e Perchè
Il PSA, in associazione alla esplorazione rettale, può essere usato come test di primo livello per la diagnosi precoce del cancro della prostata in uomini asintomatici, per valutare la necessità di una biopsia nel percorso diagnostico del cancro della prostata in pazienti sintomatici e per monitorare i pazienti con tumore della prostata prima, durante e dopo il trattamento. Il PSA è presente nel sangue in due forme: complessato (cPSA, legato ad altre proteine) e libero (non legato). I test di laboratorio possono misurare sia il PSA libero che quello totale (legato e non legato).
La maggior parte delle società scientifiche e delle linee guida raccomandano che il medico curante informi e discuta con il paziente vantaggi e svantaggi dello screening del tumore prostatico per il cancro alla prostata basato sul PSA in modo che il paziente, debitamente informato, possa prendere una decisione consapevole sull'opportunità di essere sottoposto al test.
Il PSA totale può aumentare temporaneamente per cause diverse dal cancro della prostata. Quando si riscontra a un primo esame un valore di PSA aumentato, il test dovrebbe essere ripetuto dopo qualche settimana per rilevare se i valori diminuiscono o restano invariati. Se anche nel secondo esame il PSA risulta aumentato, il medico può prescrivere altri esami diagnostici per valutare la presenza di malattie della prostata, incluso il tumore. Tuttavia, potrebbe anche decidere di ripetere il PSA a intervalli regolari, per verificare se il valore scende, rimane stabile o continua ad aumentare, e decidere la strategia diagnostica in base all’andamento del PSA nel tempo.
Nel caso in cui l’esplorazione rettale sia normale ma il PSA risulti moderatamente elevato, possono essere eseguiti altri test (es. il PSA libero e calcolare il rapporto tra PSA libero e totale, il 2proPSA, e calcolare il PHI – Prostate Health Index - il PCA3 – tutti descritti in seguito) per distinguere tra il tumore prostatico e altre cause non tumorali che provocano aumento del PSA; questi test aggiuntivi possono essere di aiuto, ma le linee guida disponibili non danno raccomandazioni che permettano di usarli per decidere se fare o meno la biopsia. La risonanza magnetica multiparametrica della prostata è un esame radiologico (non di laboratorio) oggi considerato efficace per riconoscere il tumore della prostata nei casi dubbi.
Quando è stato diagnosticato un tumore prostatico, il PSA totale deve essere utilizzato dopo il trattamento radicale con intento curativo (chirurgia o radioterapia) per verificarne l’efficacia, oppure per il monitoraggio durante la sorveglianza attiva. Inoltre, il PSA deve essere prescritto a intervalli regolari dopo la fine del trattamento per riconoscere precocemente la comparsa di eventuali recidive. Nei casi in cui il tumore non venga trattato in modo radicale, o perché troppo esteso o per scelta del paziente, il PSA può essere prescritto periodicamente per monitorare la risposta ai trattamenti medici (es. terapie ormonali, chemioterapia, farmaci biologici).
Domande Frequenti
No, in alcuni casi le cellule tumorali non producono abbastanza PSA e il test può risultare negativo anche in presenza del tumore.
Revisori
A cura di: Massimo Gion, Chiara Trevisiol, Aline S.C. Fabricio.
Documento revisionato e condiviso dai componenti attivi del Gruppo di Studio “Marcatori Tumorali” della Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica (SIBioC): Emiliano Aroasio (Torino), Simone Barocci (Urbino), Ettore Capoluongo (Napoli), Giovanni Cigliana (Roma), Laura Conti (Roma), Mario Correale (Bari), Ruggero Dittadi (Mestre-Venezia), Antonio Fortunato (Ascoli Piceno), Fiorella Guadagni (Roma), Stefano Rapi (Firenze), Tiziana Rubeca (Firenze), Gian Luca Salvagno (Verona), Maria Teresa Sandri (Milano), Daniela Terracciano (Napoli), Alessandro Terreni (Firenze), Francesco Volpi (Aviano).
Centro Regionale Specializzato per i Biomarcatori Diagnostici Prognostici e Predittivi, Dipartimento di Patologia Clinica, Azienda ULSS 3 Serenissima – Ospedale SS. Giovanni e Paolo, Venezia. 2Istituto Oncologico Veneto IOV-IRCCS, Padova.
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In questo sito
Fonti
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